A che gioco stai giocando Amanda Knox?

Ce lo siamo chiesti tutti o quasi. Insomma, si dice sempre l’importante è che se ne parli, e Foxy Knoxy sembra aver fatto propria questa filosofia di vita. Dopo essere diventata multimilionaria grazie al faraonico contratto firmato per scrivere un libro di memorie, la ragazza di Seattle non perde mai occasione per portarsi al centro della scena. E lo fa cavalcando l’onda che l’ha resa famosa. Stile di vita di star e starlette, e fin qui nulla di strano, se Amanda fosse un’altra letterina o velina passata per il bancone di Striscia la Notizia.

Il problema è che la signora Knox sta vivendo sulla scia di chi ormai una vita non l’ha più. Arrivata lo scorso giugno al Forum Monzani di Modena per dibattere sul tema della mediaticità dei processi, l’americana è stata fatta entrare da un ingresso secondario per non essere vittima dei fotografi annidati da ore per immortalarla in qualche scatto. Eccola lì Amanda, accolta come se Modena fosse d’un tratto diventata il red carpet della notte degli Oscar o della Biennale di Venezia. Tutti intorno alla ragazza che ha tenuto sotto scacco il nostro Paese, che lo ha diviso tra innocentisti e colpevolisti. Tutti intorno alla Knox venuta a dire la sua al festival della giustizia penale. Come se la giustizia con il delitto Kercher c’entrasse qualcosa.

È chiaro, dopo che la Cassazione ha pronunciato la sua ultima verità nel marzo del 2015, la responsabilità di Amanda nella morte della coinquilina resta circoscritta al sentir comune. Di discutibile portata è sicuramente la scelta di invitarla ad un festival che dovrebbe occuparsi di come rendere giustizia a chi in questa vita l’ha perduta. Personalmente, non ha invece sconvolto la sua decisione di tornare in Italia. Insomma, nella migliore delle ipotesi, Amanda resta semplicemente una ragazza frivola colpita dalla macchina del fango mediatico. Ma questo scintillio di flash e telecamere, a quanto pare, non le è bastato. Forse non contenta di aver puntati addosso (solo) gli occhi degli italiani, ha ben pensato di lanciare insieme al fidanzato una raccolta fondi per il loro matrimonio. I due futuri sposini hanno infatti spiegato sul loro sito di aver esaurito i risparmi per organizzare il viaggio di Amanda in Italia. D’altronde, vorrebbero che il loro matrimonio fosse ricordato come “il migliore di sempre” da parenti e amici. A rendere il tutto sul confine tra il macabro e il trash, ha contribuito il tema che la coppia ha scelto di dare alla campagna: lo spazio. Già perché se tu, invitato, amico o conoscente vuoi partecipare alla raccolta fondi, a seconda dell’importo che verserai potrai essere classificato come: patron “temporale” (da 2 mila a 10 mila dollari), “galattico”(1000 dollari) e “stellare” (500 dollari). Non solo. In palio per i gentili donatori è previsto pure il rilascio, in copia originale, del libro di poesie “The Cardio Tesseract”scritto a quattro mani dalla coppia.

Ma, ladies and gentleman, dopo il tour in Italia per parlare di giustizia e una raccolta fondi per un matrimonio (peraltro già celebrato stando ai certificati), qualche giorno fa, la Knox ha stupito ancora, acquistando una casa sull’oceano per un ammontare pari a 718 mila dollari.

Insomma, dalla morte di Meredith sono passati 12 anni. 12 anni tra aule di tribunali e talk show televisivi, tra grida e insulti contro il sistema giudiziario italiano. Ad oggi, e concludo, Amanda dovrebbe smettersela di tirarsi al centro della scena speculando ancora sulla morte della ex coinquilina. Se la scientifica non avesse pasticciato all’italiana, sarebbe stata sicuramente scritta una diversa storia giudiziaria. Perché, signori miei, parliamoci chiaro. Sapete quale è stata “la differenza che ha fatto la differenza” tra Rudy Guede ed Amanda Knox? Semplice. Amanda è una cittadina americana e di buona famiglia.

Rudy è figlio di nessuno e con la pelle nera.