Violenza sulle donne al tempo del Covid

Restare in casa è l’unico modo per contrasttare un nemico invisibile e subdolo chiamato Covid-19. Purtroppo, però, le decisioni adottate dal governo per il contenimento della pandemia sono destinate ad avere un forte impatto anche sulle donne vittime di violenza. Per alcune donne difatti “restare a casa” non è affatto l’opzione più sicura. La pandemia è andata ad incidere su situazioni già di per sé complesse, incrementando quelle che sono le tradizionali forme di abuso.

Per molte mogli e compagne accompagnare i figli a scuola o il semplice andare a lavoro significa sfuggire anche solo per brevi periodi al maltrattamento e alle situazioni di sudditanza nelle quali vivono tutti i giorni. Ma per il momento questo non è possibile.

«Come il Covid-19, anche la violenza di genere è epidemica, globale e letale. È un morbo culturale capace di infettare luoghi, menti e corpi. Che cosa accade quando le mura domestiche diventano peggio che Guantanamo? Dalla Cina abbiamo imparato come tutelarci dal Coronavirus ma non dalla violenza domestica», tuona la criminologa Anna Vagli che da anni si occupa di violenza di genere.

In uno scenario di prossimità col  proprio carnefice e la riduzione dei contatti esterni è molto più difficile per le donne abusate chiedere aiuto. Molte strutture di accoglienza delle vittime sono state in seguito all’emergenza Covid costrette a chiudere o a limitare fortemente la loro attività. E i risultati di quello che sta accadendo li vedremo tra qualche mese.

In questo momento così difficile, è necessario rassicurare le donne: non siete sole!! La rete antiviolenza nazionale resta comunque operativa. È infatti possibile contattare il numero 1522 attivo 7 giorni su 7 24 ore su 24 e in grado di fornire consulenze telefoniche e accoglienza delle donne che versino in condizioni di emergenza. Naturalmente, resta ferma la garanzia dell’anonimato. La possibilità di scaricare l’App YouPol, che permette alle vittime di violenza domestica di essere geolocalizzate e soccorse dal commissario territorialmente più vicino. Anche le donne sono costantemente in trincea, non dimentichiamocene!